Friday, December 29, 2006

54. L'INVIATO - camperfest


Il 25 mattina mi sveglio in questo camper, solo, in mezzo al deserto e di fronte all'oceano. Giornata calda e nemmeno una nuvola in cielo. Ho preso così subito la tavola da surf, sono sceso in spiaggia e via a cercare l'onda! Mentre annaspavo nel mare mi dicevo:
"Cazzo che Natale!".

Ho provato a pescare, ma non avendo nessuna base non vi racconto quello che mi è capitato. Dico solo che mi è rimasto incagliato l'amo, due volte su due, negli scogli e l'unico pesce che ho preso era color arcobaleno e mi sono detto:
"Questo magari lo rimetto in acqua".

dalle onde.....Dorian

Wednesday, December 27, 2006

53. la soffitta

Anch'io, come molte persone su questa terra, ho avuto un sogno ricorrente che, in particolari momenti della mia vita, ha portato ad uno strano risveglio. Avevo sulla mia testa una soffitta triangolare, in tutti i sensi. Pareti congiunte in un unico vertice centrale e pavimento a tre angoli. Per arrivare lassù, ogni volta dovevo arrampicarmi su una scala di legno e passare attraverso l'unica botola d'accesso, anch'essa triangolare e molto, molto stretta.
Una volta entrata, il sogno continuava con il pensiero costante che prima o poi sarei cresciuta e non solo non sarei più riuscita ad entrare, ma avrei anche corso il rischio di non poter più uscire, il che risultava ancora più problematico.
Ieri notte il sogno ha preso una piega un tantino diversa, si è in qualche modo concluso, ho trovato un certo valore simbolico, ma ripensandoci, forse il gran finale deve ancora arrivare.
Salendo ed entrando, le spalle passavano a malapena, ma riuscii a fare quell'ultimo passetto. All'interno della soffitta una ragazza cinese stava ordinando delle scatole, io le chiesi come fare per uscire, come se nella mia testa si agitasse già un'angoscia da trappola. La ragazza mi rispose che ormai ero li e che avrei dovuto aspettare ancora dodici ore che qualcuno venisse a prendermi. L'ansia saliva e il panico cresceva. Di quelle dodici ore d'attesa non ricordo nulla. Nella realtà del sonno avranno avuto durata massima di 2 secondi. Dopo tanto aspettare, un personaggio in jeans e maglietta, quindi estremamente normale, mi ha presa e mi ha guidata verso una porta di metallo balzata fuori, veramente per caso. Il cosiddetto personaggio aveva in mano dei nastri verdi e neri e iniziava ad attorcigliarmeli intorno alle gambe. Sempre per caso spuntò un'altra figura, questa volta femminile che, con un pennarello iniziò a disegnarmi delle cose strane sulla pancia. Dopo questa serie di riti iniziatori, mi sussurrarono nell'orecchio che fuori dalla soffitta, non avrei mai avuto un buon futuro. Presi i rimasugli delle mie stranezze e corsi ad infilarmi nella fessura triangolare dalla quale ero entrata. Scesi le scale e mi ritrovai in mezzo ad un funicolo di cemento e tubi di metallo, insomma uno scenario non proprio invitante. Eppure sapevo che era la mia sola via d'uscita, l'unica, la più difficile, l'inaspettata eppure la mia.

Monday, December 11, 2006

52. Rabbri...vedere

Questo è stato proprio uno di quei classici anni da brivido. Nel vero senso della parola. Basti pensare che l'anno scorso, di questi tempi, ero in piena trepidazione per aver trovato un bellissimo lavoro e incontrato bellissime persone. Poi ci fu il post su "Natalino bel casino", le trovate berlusconiane e gli ingranaggi di una filastrocca in rima, l'invio e appena dopo la rimozione di ogni entusiasmo. Che bella invenzione, le giornate di neve, le palle colorate e i vetri delle macchine appannati, insomma il freddo. Ecco perchè il brivido! Eppure, da diversi anni sento spesso parlare di sistemi sbagliati, di paesi migliori del nostro e di gente positiva che si sforza di vedere le grandi stranezze come mere casualità o più semplicemente come normalità della vita. Dubito davvero che esista una vita normale, in fondo si può parlare di normalità solo rispetto a ciò che non lo è. Il vero problema però non è la normalità, è proprio la mancanza di coraggio che si riserva per raggiungerla. E poi si pensa sempre che essere normali voglia dire restare indifferenti o lasciare che le cose seguano il loro naturale corso. Forse basterebbe solo essere più buoni o come dice qualcuno meno cattivi. Certe volte, mi sveglio e prima di saltare giù dal letto, mi guardo intorno e mentre cerco di capire se quella cosa rossa sulla sedia è una maglietta o un pantalone, penso che sarebbe molto più semplice non saperlo affatto. Che differenza fa vederci o non vederci. Poi però metto gli occhiali e rivedo il mondo intorno, bello, definito, luminoso, peccato che gli occhiali, da soli non bastino a cambiarlo.

Friday, November 24, 2006

51. goyagurt


155
etnie diverse

719

linea dell'autobus
800
milioni di bambini

7
lingue ufficiali

24

anni di attività

1

sola ragione di vita

e come disse Goya
:
il sonno della ragione genera mostri

Saturday, October 28, 2006

50. Cupologie

Alle volte immagino di essere in un luogo molto cupo, dove le pareti sono bianche, ma a causa dell'umidità e del tempo sono diventate gialle. Immagino di camminare scalza su un pavimento decoratissimo e di sentire sotto i piedi la polvere delle mattonelle rotte. Immagino che questo posto sia un artefatto naturale, ovvero un insieme di cose naturali, ma modificate dalla mia mente. Immagino che sia un luogo di culto nel quale posso trovare riparo, ma mentre cammino e mi guardo intorno, mi accorgo che fuori c'è il vuoto, quindi non ho altro posto in cui andare. Poi non immagino più. Mi siedo, incrocio le gambe e provo a concentrarmi, in silenzio. Provo ad abbandonare il mio corpo. Si intrecciano nella mia mente alcune scene spaventose, ma continuo a pensarle, non voglio liberarmene e sento che ad un certo punto iniziano a far parte di me e non mi fanno più paura. Allora continuo a pensare e le scene diventano sempre più scure. Immagino dei volti strani, deformati, immagino dei corpi ondulati e il freddo è disarmante. Tocco il pavimento con le mani ed è freddo, i muri, freddi. Non immagino più e provo a riprendere senso. E riprendo il mio corpo. Mi alzo e ripercorro la strada, la polvere. Esco fuori e c'è il vuoto.

Wednesday, September 27, 2006

49. s...acco matto

Sul set abruzzese c'è tutto un altro film, tutta un' altra storia.
Mi piacerebbe raccontare cosa accade sulle colline di un paese silenzioso, finalmente profumato, verde comunque, nonostante l'aridità dell'estate e l'inizio dell'autunno.
Il tempo è fermo, beato, incondizionato. Le giornate scorrono veloci come la luce del sole e quando giunge la sera, il buio arriva all'improvviso. Come un sacco in testa.
Non importa quanto vi sia di surreale e divino in questa ondata di pace e sofficità e nè quanto vi sia di così soave e puro sotto quel soffitto basso che nasconde e butta via ogni pensiero.
Non importa perchè il turbine che mi appartiene è dentro di me e non sa come rompere la pace.
L'abbandono irresistibile ad un territorio rumoroso ha portato crisi e lo stesso maledetto odore di quella strada ha soffocato ogni parvenza di entusiasmo, ma una cosa è rimasta intatta, splendida come il sole e arida come l'estate, la voglia terribile di cambiare il mondo, cambiarne il sapore. Lasciare alla terra il gusto dei piedi nudi e al mare quello della pelle.
Lasciare ad ogni popolo la forza di difendere la vita e non di soffocarla, a patto che sia desiderata.
E' così che gira la pellicola, ma a volte si attorciglia e si piega. Le luci si alzano e i sogni continuano.

Wednesday, September 06, 2006

48. Am I a human? - Jake Reynolds


Am I human

It's very good

Maybe I am

It's very nice

The feelings in me

And the fire

Keeps me warm



Tuesday, August 22, 2006

47. come natura crea

Queste sono per me tutte le cose che rendono questo mondo triste:
la ricchezza, il potere, l'illusione, la delusione, il materialismo, il bigottismo, le bugie, la possessività, la ripetitività, la rabbia, il pregiudizio, la noia, l'ambiguità, il senso di colpa, l'egoismo, la sfiducia, la trascuratezza, l'orgoglio, l'ingratitudine e l'idea di superiorità.

Mentre queste sono per me tutte le cose che rendono questo mondo felice:
la consapevolezza, l'autoironia, il sorriso, la nostalgia, l'amore, la fiducia, la reciprocità, il coraggio, la dolcezza, la stima, la sensibilità, il gioco, la golosità, i bambini, la terra, il cibo, il desiderio, i sogni, le stelle, il contatto, i profumi, la spensieratezza, le poesie, il sonno, la trasparenza, la pace, le voci, il senso di libertà, il rispetto, la gratitudine e il principio di uguaglianza.

Infine questa è per me l'unica cosa che può trasformare la tristezza in felicità:
la curiosità verso se stessi, che vuol dire ascoltarsi e rispettare una sola legge, quella della natura.

Tuesday, July 25, 2006

46. L'INVIATO - la chimera russa

La democrazia in Russia è ancora una chimera.
E’ evidente che la forte campagna pubblicitaria presente in tutto il territorio russo in favore della Grande Nazione allontana questo paese dai veri valori che formano una vera democrazia.Bush durante una conferenza stampa del G8, tenutosi a pochi chilometri da Sanpietroburgo, ha detto che la democrazia russa non è come quella americana, sottointendendo che non è una vera e propria democrazia, e Putin con una frecciatina gli ha risposto che sicuramente la democrazia russa è meglio di quella irachena. Tutti si sono messi a ridere e Bush si è azzittito. Il problema è che la campagna pubblicitaria pro Russia sta prendendo piede nel territorio, soprattutto tra giovani.
Il nostro amico Kolia ha detto che se Putin volesse, la Russia potrebbe schiacciare qualsiasi paese. Dopo questo discorso mi ha invitato insieme ai suoi amici a fare una gara di forza. Probabilmente una volta, durante i primi giorni del nostro soggiorno in Russia, Kolia mi aveva chiesto se mi ritenevo forte e io gli ho dovuto rispondere di si. Giammai!!! L’ha presa come una sfida. E cosi abbiamo fatto 3 prove di forza, guardati da tutta la compagnia di ragazze e ragazzi. La prima prova è stata la sbarra: bisognava alzarsi con la sola forza delle braccia. Tocca a me. Tutti mi guardano. Ne faccio una, tento di fare la seconda ma infine cedo e lascio la presa. Tutti : ohhh ! Seconda prova : simile alla prima, bisognava fare un percorso su delle sbarre senza mai toccare con i piedi per terra. Lui incomincia e le fa tutte, una ventina circa. Poi mi invita a prendere il mio turno. Io ne faccio solo due. Tutti : ohhh ! Terza prova : braccio di ferro. Ci sediamo su una panchina del parco giochi e lui mi chiede con quale braccio voglio iniziare. Io rispondo che sono destro, lui mi dice che è mancino ma che non importa. Paz, dva, tri…lui fa finta di cedere più volte per fare un pò di spettacolo fino a quando mi piega del tutto il braccio. Ormai la compagnia era talmente disgustata dalla gara che i ragazzi non facevano più attenzione. In seguito, dopo avermi fatto capire quanto è forte, mi ha detto che il giorno in cui avrà dei figli comunicherà loro che da giovane ha battuto un italiano in un atto di forza.
Voi mi direte che probabilmente sono capitato con un russo fuori di testa. Anche io pensavo così, ma poi ho capito che l’unica caratteristica che lo distingue dagli altri amici è che lui le cose le pensa e le fa, mentre gli altri le pensano soltanto ma non le fanno. Nessuno dei suoi amici gli ha mai detto: « ma basta parlare di questa Russia ! » oppure « ma finiscila con questi discorsi », frasi che in Italia o in Europa diremmo tranquillamente in questi casi.
I russi vivono praticamente tutti in questi grandi palazzi cubici e dai colori opachi, passano la più parte del tempo a bere birra e alla televisione guardano film di guerra sul canale Rossija oppure i film di serie B italiani come La piovra oppure Adriano Celentano.
I russi sono 146 milioni in totale.
Dorian

Wednesday, July 19, 2006

45. Spleen

(.....quando la terra è trasformata in umida prigione dove la Speranza, come un pipistrello, va sbattendo contro i muri la sua timida ala e picchiando la testa sui soffitti marci;
quando la pioggia, distendendo le sue immense strisce, imita le sbarre d'un grande carcere, e un popolo muto d'infami ragni tende le sue reti in fondo ai nostri cervelli, improvvisamente delle campane sbattono con furia e lanciano verso il cielo un urlo orrendo, simili a spiriti vaganti e senza patria, che si mettono a gemere ostinatamente.....)

..... Quand la terre est changée en un cachot humide,
Où l'Espérance, comme une chauve-souris,
S'en va battant les murs de son aile timide
Et se cognant la tête à des plafonds pourris;
Quand la pluie étalant ses immenses traînées
D'une vaste prison imite les barreaux,
Et qu'un peuple muet d'infâmes araignées
Vient tendre ses filets au fond de nos cerveaux,
Des cloches tout à coup sautent avec furie
Et lancent vers le ciel un affreux hurlement,
Ainsi que des esprits errants et sans patrie
Qui se mettent à geindre opiniâtrément.....

Charles Baudelaire

Tuesday, July 04, 2006

44. moi même

La mia vita fuori dal tunnel milanese ha lo stesso aspetto di quando vi ero immersa con tutto il corpo e con tutto lo spirito. Il cuore batteva a mille gia dalle prime ore del mattino, quando la colazione era solo una spinta per svegliarsi e che in realtà restava solo un'idea, per via dell'ansia di perdere tempo. E il cuore batteva a mille la sera, quando prima di andare a letto, un po di training autogeno non faceva male, a volte non bastava e finivo per addormentarmi con le pecore saltanti e i pastori colorati. In queste sere d'estate, conto le stelle e non mi bastano mai, allora conto anche le cose che ho nella mia stanza, quelle in penombra, che si vedono a stento, ma che sono li come ossi durissimi, come parti della mia vecchia giovanissima età. Quindi sono io, con le corse di sempre, con il respiro profondo di chiunque nella vita si aspetti cose grandi, importanti, di me che in fin dei conti non faccio nulla di più di un bambino e nulla di meno di un nostalgico pensionato, con in testa i bulloni del passato e la voglia di crescere ancora.
Sempre io, la stessa che piange quando le cose vanno inspiegabilmente male e che ride a più non posso quando la felicità diventa incontrollabile. Io, io con le mie idee, con le mie indiscutibili manie, le mie interminabili parole, la mia voce altissima, l'entusiasmo, le paure, le delusioni, il coraggio, la cura verso le cose che mi appartengono, il sentimento tristissimo per le cose che non posso cambiare e per le quali mi sento disarmata, la fiducia, i sogni, i segreti, io con qualcosa e con qualcuno, sempre. Perchè nella mia storia, ovunque io sia, l'obiettivo numero uno è la gente. Il mio modo di farne parte e il loro modo di far parte di me.

Monday, June 19, 2006

43. L'INVIATO - sanpietroburgo

"Tutti contro il muro!" E tutti si misero contro il muro. Potrebbe sembrare un estratto di un film d'azione e invece è quello che abbiamo vissuto poche sere fa nella corte sotto casa. Un ragazzo aveva perso il cellulare e non riuscendo a trovarlo è andato a casa a prendere la pistola e una volta tornato nel cortile ha ordinato ai 20 ragazzi e ragazze che parlavano fra di loro di allinearsi contro il muro. Io e Helene di conseguenza ci siamo allineati come tutti con le spalle al muro, ma un amico del "pistolero" ci ha detto in inglese che noi non c'entravamo e che potevamo andare. Fortunatamente la scena è durata poco, ma è stata efficace per creare spavento. Dopo una breve perquisizione nelle tasche di ognuno la serata è tornata a distendersi. In seguito ci siamo informati sulla pistola: vera, ma scarica. Ogni volta che usciamo nella corte i ragazzini ci circondano e ci guardano come se fossimo animali da circo, poi pian piano c'è chi osa fare una domanda "Voi in Italia guadagnate molto?", "Vi piace la Russia?"...e noi cerchiamo di rispondere con i nostri poveri mezzi linguistici. Pensavamo che la vita fosse molto meno cara a SPB invece è giusto un attimo inferiore alla media europea. Gli articoli che costano poco sono i prodotti alimentare di base e i DVD. Quest'ultimi si dividono in due categorie importanti, film e software: entrambi costano 4 euro. Ma la cosa bella è che è tutto piratato e di buona qualità: una settimana fa ci siamo visti Da Vinci Code in russo contemporaneamente alla prima mondiale a Cannes. Il mercato della pirateria qui è legale, i film si trovano a prezzi bassissimi in qualunque bancarella per strada. E anche la pubblicità di sigarette è legale. I corsi continuano bene, finalmente! La scuola è ad appena 20 minuti di tram da casa nostra. Abbiamo assistito al Carnevale russo, il 27 maggio. Purtroppo ha piovuto: ma non ci siamo persi niente di che. Abbiamo fatto un giro del centro città di notte in macchina ed è stato molto bello, abbiamo visto i ponti elevati e la città illuminata. Adesso ci prepariamo per le notti bianche. Probabilmente proveremo a cercare lavoro dalla prossima settimana visto che non riusciamo ad avere molti rapporti con la gente. Speriamo che non sia complicato per i documenti da fornire. La paga è misera: 200 euro al mese, la Maria Alloni farebbe felice tutti i russi offrendo loro lavoro. Mi sono comprato una bandiera russa per far capire ai russi che anch'io sono nazionalista come loro! Abbiamo scoperto dei parchi bellissimi qui a SPB. Il parco della vittoria, oppure l'isola Kristovski, in entrambi è possibile fare un giro con la barca a remi. Olga mi ha offerto di lavorare come parking-man nel camping situato in quest'isola, il problema è questo lavoro non mi aiuta a parlare russo, perchè i turisti che bisogna ricevere sono italiani. Quindi il mio progetto di lavorare con Olga è andato a monte. HADO ISKAT DRUGOJ VARIANT!
Dalla Russia è tutto.
Dorian

Wednesday, June 14, 2006

42. Milanoide

A volte mi chiedono perchè mai io abbia deciso di vivere a Milano e soprattutto la domanda più frequente è perchè io continui a vivere a Milano. Questa città è la stessa città che mi rende difficile ogni scelta, la stessa città per la quale al mattino non posso far altro che lavarmi in fretta, vestirmi ancora più in fretta, attraversare chilometri, scendere dalla bicicletta per entrare in un vecchio portone di legno e cominciare a respirare aria di lavoro. E' la stessa città per cui corro, impegno mente e cuore anche per avere solo una vaga idea di cosa voglia dire un appuntamento con me stessa e puntualmente il tempo non lo trovo mai. Il tempo sono io, il luogo sono io e la persona che devo incontrare sono sempre io; rincorro me stessa e faccio sempre tardi. E' la stessa città che mi fa specchiare in un ascensore, la stessa con l'odore forte degli irrespirabili fumi, la stessa di un freddo che disarma e la stessa del caldo soffocante. Nulla di tutto questo in qualunque altro posto potrebbe essere vissuto con spirito sereno, ma a Milano si può. Le voci della gente mi sfiorano di continuo, mi sembra in certi momenti di essere sola, ma non mi sento mai così perfettamente isolata; il respiro degli altri non mi appartiene, ma mi è vicinissimo; gli sguardi nel vuoto mi fanno perdere la meta, ma da sola ritrovo sempre il mio senso. Non so ancora cosa ci sia dentro questa città di così calamitante. Mi piace pensare di farne parte e che in qualche modo l'ho capita, ho capito come sta, come soffre, come impara a sopravvivere e come lei ama me. Ho capito che è un narcotico irresistibile e non voglio togliermi il vizio.

Thursday, June 01, 2006

41. nevrosi

Accadrà un giorno, non molto lontano, che passando e ripassando davanti a quei finestroni sotterranei e misteriosi, di chiedermi cosa diavolo ci facciamo quelle strane creature nevrotiche, che di tanto in tanto le sento urlare e sbattere i piedi per terra. Chiedermi cosa essi facciano, dunque accadrà. Andare proprio a vedere la loro rotazione corporea e i loro lamenti, chissà.
Capita che io senta le loro voci stridule, mentre affaticata trasporto due sacchetti pieni di spesa. Nella mia quotidianità mi preoccupo di osservare prima e scegliere poi la differenza che passa tra una scatola di biscotti alle mandorle e una confezione di tonno scaduto, a parte il sapore, credo nient’altro. Eppure penso, penso e alla fine scopro che avevo ragione. Tonno e biscotti sono cibo, sono su uno scaffale perché qualcuno li tiri giù, hanno un gusto rassicurante e sono quasi certa che alla loro scadenza siano sempre buoni. Mentre dall’altro lato del mondo, qualcuno corre a piedi nudi in mezzo al fango, sotto una pioggia interminabile, alla ricerca di un compagno perduto, rimasto pane.
Ecco cosa accade oltre i finestroni. Urlano, si ammazzano e giocano, si guardano molto profondamente, si abbracciano e credono nel loro essere speciali di avere nel cuore qualcosa di più giusto da dare fuori.

Wednesday, May 17, 2006

40. Caotica mente


Quando avevo 4 anni, mio padre mi diceva:
“ chiudi gli occhi e fà uno scarabocchio sul foglio, manda la matita dove vuoi tu e, quando pensi di aver scarabocchiato abbastanza, fermati e apri gli occhi. Prendi una matita più scura e prova a tirare fuori da quel caos qualcosa di bello….”
Ancora oggi, quando i giorni diventano caotici, mi fermo e cerco di tirare fuori qualcosa di sensato.

Wednesday, May 10, 2006

39. preziose privazioni



Immagino che non si possa mostrare la foto di una installazione, ma la divulgazione è a fin di bene quindi mi capiranno, tra l'altro la mostra è assolutamente gratuita, quindi vale proprio la pena di vederla. Quella che vedete, scommetto non troppo chiaramente, è una delle tante possibilità abitative moderne. L'esigenza di comprimere gli spazi, perchè la popolazione cresce, e l'aumento del costo di questi stessi spazi, comincia ad originare pensieri strani, per qualcuno; molto interessanti, per me. Si tratta di un unico mobile, utilizzabile fronte-retro e contenente gli elementi essenziali e utili per la sopravvivenza umana, non solo a livello puramente etico, ma anche estetico. Qundi considero la cosa intelligente, sorprendente e ottimamente funzionale. Quando ero davanti all'opera d'arte, mi sono chiesta due cose : come avrei potuto riprodurre una cosa simile per me e, rispondendomi che avrebbe potuto riprodurla mio padre, la seconda domanda che mi balzò in mente fu come avrei potuto mostrargliela. Alla risposta ha fornito un buon contributo Enrico, immancabile compagno di mostre di arte contemporanea, questa è stata la nostra terza edizione e come consuetudine ha immortalato il momento e l'oggetto più bello. Credo che questo mondo avrà, in poco tempo, il doppio della gente che ha ora e credo anche che le persone continuino ostinate la ricerca dell'individualismo; la conquista di spazi che in realtà non vogliono appartenere a nessuno; la distruzione di territori che ci sorreggono e su cui, senza farci più troppo caso, continuiamo a camminare. Ma che lo si voglia o no, avremo bisogno di sfiorarci, di stringerci, di mischiare i nostri corpi, di fonderli. Avremo bisogno di realizzare cose insieme se vogliamo che queste restino nella storia e abbiamo bisogno di difendere lo spazio comune e non solo quello che ci appartiene, perchè niente è solo nostro. La catena del possesso è infinita, ma non comincia mai da quello che abbiamo noi. Comincia sempre da qualcosa che altri ci hanno dato e grazie a cui noi modifichiamo, estrapoliamo, otteniamo e diamo nuovamente agli altri. Ma credo soprattutto che se noi condividessimo ogni più piccolo spazio con gli altri, risparmieremmo il tempo di trasmetterlo e di spiegare quanto vale, perchè sarebbe chiaro a tutti. L'odio nasce con i confini, abbiamo sconfitto le malattie peggiori e giudichiamo ogni crimine. E i confini ci stanno ancora intorno, non riusciamo ad abbatterli. Siamo ancora così fragilmente piccoli e ossuti.

Thursday, May 04, 2006

38. Static

*

Soldati

Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie

Giuseppe Ungaretti
(1888 - 1970)

*

Friday, April 21, 2006

37. mughetto


Questa volta voglio proprio onorare il mughetto del mio ufficio. La primavera è davvero tutto nella vita. Non dubitavo di certo che il sole portasse il buonumore, ma ho come l'impressione che, con il passare del tempo, le sensazioni pervadano sempre di più. Ho la mia stanzetta d'ufficio al piano terra, quindi, nonostante l'inferriata bianca, che comunque non è male, e le tendine color panna col fiocchetto rosso, la luce del sole arriva dritta in faccia. E il mughetto è proprio li. Proprio fuori, nel giardino. Dopo che la neve dell'inverno ha buttato giù gli alberelli, non ci resta che viverci il mughetto. Ma poi 'sto mughetto che avrà non lo so. Certo è che forse la metà della popolazione non ha un mughetto in ufficio, l'altra metà non sa neanche quali siano i vantaggi di avere un mughetto in ufficio. Comunque la vita del mughetto resta una bella vita e chi sa di avere una bella vita forse è mughetto?

Tuesday, March 28, 2006

36. 1892

.....Le parole non sono di questo mondo, sono un mondo del tutto indipendente, come il mondo dei suoni. Si può dire tutto quello che c'è, ma non si potrà mai dire qualcosa proprio così com'è. Per questo le poesie suscitano lo stesso sterile struggimento che producono le note. C'è però sempre un fenomeno, una combinazione di parole, una concatenazione di note che toccano la nostra anima come se fossero la stessa cosa. Sono un qualcosa di assolutamente analogo, la triplice espressione di una cosa ignota, una vibrazione divina. Forse questo ti meraviglierà, perchè in noi è radicata, molto profondamente, la convinzione che se solo riuscissimo a trovare le parole giuste potremmo raccontare la vita, allo stesso modo in cui si mettono da parte, una sull'altra, delle monetine. Non è vero però. Non vi è nulla di scritto a cui si possa credere, i discorsi che si scrivono sono simili a quando la vera musica viene riprodotta in modo sbagliato e risuona assieme ai rumori di strada. Diventare maturi significa forse solo questo: imparare ad ascoltare dentro se stessi in modo tale da dimenticare tutto questo frastuono e da non riuscire infine più nemmeno a sentirlo. Quando ci si innamora di stessi e, fissando l'immagine rispecchiata, si cade in acqua e si annega, come accadde a Narciso, io credo che si sia caduti nel miglior modo possibile, come i piccoli che sognano di cadere attraverso le maniche del cappotto del loro padre, dentro al regno delle favole, tra la montagna di vetro e la fontana del principe ranocchio.....dove nulla è e tutto soltanto significa..... (Hugo von Hofmannsthal - lettere)

Tuesday, March 14, 2006

35. Mari...blu


Chi ama il blu cerca l'armonia e la sola ragione che ha di cercarla è legata a tutto ciò che desidera trasmettere agli altri. Marilù ama il blu e se la guardate negli occhi guarderete anche il suo cuore, la sua pace interiore e la sua invidiabile natura impulsiva. Marilù prova le stesse sensazioni di tutti, ma in maniera più intensa, le vive perchè le vivono tutti e allo stesso modo le dona agli altri perchè tutti donano, ma lei sempre in maniera più intensa. Forse è l'influenza del colore che ama a renderla così o forse è semplicemente un caso. Ma che bel caso che il cielo e il mare siano blu e che con blu, faccia rima proprio il nome Marilù. Peccato che non tutti la conoscano, io l'ho conosciuta. E' naturalmente una bellissima persona, una carissima amica a cui ho deciso di donare un piccolo spazio. Blu!

Thursday, February 16, 2006

34. chivivràvedrà

Eccomiquacheprovoascrivereilmiobizzarropensiero
all'internodiunospaziopuramenteconvenzionaleche
nonsolocomplicheràlaletturaaisostenitoridelmioblo
gmarenderàanchemenervosaalpuntotaledarinuncia
rearileggereiltestocosachefaccioperconsuetudineog
nivoltachefiniscodiscriverequalcosamaquestavoltae
radavveronecessariomettereallaprovailmioinnatot
alentodaesclusivascrittricedirobapocoseriaespessoa
lquantoripetutaforsefuorvianteeoltremodosenzasen
soeppureprovenienteinognisuapiccolissimapartedal
miocuoreanzidalpiùprofondodelmiocuoremagarisot
tolenotediunavivacemusicaziganaoperchènod'avanti
adunaverdissimadistesacollinaremeglioseirlandesev
istoeconsideratochesitrattadiunsognoecheinrealtàl'u
nicacosachehod'avantiagliocchimentrepensoacosasc
riverenonèaltrocheunnormalissimomonitormatornia
moalmotivopercuisonooggidifronteaquestomonitoril
fattoèchepropriooggihorealizzatonellamiatestaunac
osacheamioparererisultadiestremaimportanzaeperq
uantopossaappariresempliceenaturalepossogarantir
vichenonloèpertuttiancheseènecessariochelodiventico
m'ènecessariochequestaterracominciaruotareinmani
eradiversainsommabandoaquestointerminabilesusseg
uirsidilettereeconsiderazionioggihoscopertochelaposi
tivitàdellepersonefapartediunsistemaacatenacheunav
oltaavviatoalsuoprocessodicontaminazioneumanapre
ndeognicosaelatrasformainunaspintavitaledidisumano
poterechiunquepuòprovareavedereseeffettivamentef
unzionacosìcomevidicoanziquasiquasivisfidoprovatea
svegliarvidomanimattinaementrevilavatelafacciaevig
uardateallospecchiodelbagnoprovateacurvarelavostra
boccaall'insùenoteretesubitodiesserepiùbelliquandous
citedalbagnoripetetelostessomovimentofaccialecontut
telepersonecheincontrateapartiredaquellecheabitanos
ottoilvostrostessotettoiltruccopervincereènonchieders
imaiilperchèquindinonfermatevimaiarifletteresulmoti
voeffettivochedovrebbespingerviacontinuarel'esercizi
opiuttostoguardateviintornoeconstateretechechivicirc
ondarisponderàconunareciprocapositivitàetaledalasci
arvisconvoltiequestoperchènonavretedonatonulladipi
ùdiunsemplicissimomadolcissimoedimpagabilesorriso!

Tuesday, January 31, 2006

33. Loft cube

La "rivoluzione" dei Loftcube - Case come gusci sui grattacieli 52 metri quadri a contatto col cielo, un'abitazione che si può montare in 4 giorni e anche trasportare. Al costo di 55 mila euro
ROMA - Immaginate di avere a disposizione un'unità abitativa di 52 metri quadrati, di poterla trasportare ovunque vogliate proprio come fanno le lumache con il loro guscio. Immaginate poi che abbia la forma di un cubo, l'interno di un loft e che costi circa 55 mila euro. Ora non serve più immaginare, visto che Lotfcube è una realtà. Arriva da Berlino ed è il prodotto delle sinergie di un team di giovani architetti guidati dal celebre designer Werner Aisslinger. Una trovata che potrebbe scatenare un piccolo ma significativo cambiamento delle abitudini abitative nelle metropoli.
Si, perché, il Loftcube nasce per essere piazzato in vetta ai grattacieli. Come quelli costruiti a Berlino nel dopoguerra, spazi spesso inesplorati che nascondono grandi potenzialità come, ad esempio, una vista a 360° sulla città e la possibilità di abolire per sempre tutte quelle controindicazioni del vicinato.
L'idea si è modellata sulle esigenze dei cosidetti "nomadi metropolitani", nuova categoria urbana costituita prevalentemente da giovani in continuo movimento. Alcuni per motivi lavorativi, altri semplicemente per evasione, altri ancora per fuggire da monolocali claustrofobici. Ma questo audace prodotto architettonico strizza l'occhio anche alle comunità alternative, i "nipotini" degli hippie. Alla base c'è una comune volontà di versatilità e di isolamento dalla frenesia delle metropoli.
E allora guardiamolo da vicino, questo Loftcube. La cellula abitativa ha dimensioni di 7,25 per 7,25 metri e un'altezza di 3,50, le quattro pareti esterne possono essere personalizzate, così come quelle interne, scegliendo fra materiali quali superfici trasparenti, traslucide, metalliche e legno lamellato. Gli interni sono costituiti da pannelli mobili e componibili che dividono lo spazio in zona notte e giorno, bagno e cucina. Lo studio Aisslinger ha messo a punto degli speciali pannelli dalla doppia funzione: come la zona doccia all'interno della quale uno stesso getto d'acqua girato da un lato o un altro del pannello può funzionare sia come doccia che come annaffiatoio design. Quanto all'impiantistica interna i creatori di Loftcube hanno fatto riferimento alle tecniche usate nei campeggi e la statica strutturale dell'abitazione, molto leggera, non grava sulla stabilità degli edifici che la ospitano.
L'assemblaggio è semplice e con l'aiuto di tre persone richiede non più di quattro giorni, mentre più complesso potrebbe essere il trasporto del cubo: la soluzione più rapida ma sicuramente più costosa è quella dello spostamento con elicottero da trasporto, altre ipotesi sono quella dell'utilizzo di gru mobili o anche, con qualche giorno in più, lo smontaggio del guscio modulare.

La fabbricazione seriale di abitazioni è una nuova tendenza dell'architettura contemporanea ma ad oggi il mercato non era ancora riuscito a trovare un compromesso fra ricercatezza estetica e costi. Loftcube può essere acquistato o affittato, aprendo nuovi scenari di vita urbana: una vera e propria comunità che galleggia sopra la città e che mantiene però il contatto con quello che scorre al di sotto.

Ma attenzione, potrebbero essere non soltanto i giovani freak ad amare il cubo, presto anche i manager potrebbero essere ospitati in micro suite posizionate sui tetti delle aziende nelle quali lavorano. Werner Aisslinger parla proprio di una rivoluzione non solo formale ma soprattutto sociale, un cambiamento che porterà presto a quella che definisce "l'era della colonizzazione del roofscape".

Thursday, January 19, 2006

32. un grande diceva e dice ancora...

La
vertigine
non
è
paura
di
cadere,
ma
voglia
di
volare
!

Tuesday, January 10, 2006

31. Non mi basta mai...sempre di più

Naturalmente, inaspettatamente e sorprendentemente Liege è tornata a far parte della mia vita in quello strano intervallo di tempo che intercorre tra un anno e l'altro, che per consuetudine butta i giorni tristi e vecchi e porta nuove e buone.....INVECE a me ha lasciato le vecchie e strepitose cose, le ha catapultate su questi giorni e li ha resi splendidi!
La casa del te, dopo aver subito un terribile incendio, è stata riaperta, proprio per noi....sentivo che l'avremmo ritrovata! Il nostro altissimo rifugio ha sempre quella imponente porta blu!
La lavoir mi commuoveva e non ho avuto il fegato di entrarci, l'ho vista impazzire con i suoi 2000 giri da quella fatidica ed indistruttibile, interminabile e docile strada! Povera me, non me ne libererò più, caspiterina che effetto funesto, esserci ancora e davvero!!!!
La stessa inconfondibile storia! Quasi!