Il sole, il mare, la frutta "fresca" del fruttivendolo che te la rifila, gli schpachetti, che non sono gli spaghetti veri, ma quelli che nonostante tutto ci piacciono, non-o-stante siano terribili: li amiamo e li mangiamo, simulando anche un orgasmo del gusto che, dall'altro lato del pianeta, muoiono. Siamo sicuri d'invidia e non di altro. Quanti pesci sotto il porto, quell'acqua verde come le rane e non proprio come smeraldo. Quanti profumi d'oltremare, profumi si fa per dire, odori, forti, singolari forti, ognuno con il suo buon grado di tossicità, ma è il mare, quel mare, puro e scrupolosamente nostro. E poi la frutta, i mandarini senza semi, ma quelli li trovi dappertutto ormai; i biscotti speziati, copia sopraffine della ricetta svedese, anzi no, tedesca e anche un pò belga. Ma sopraffine. Finissimo impasto dolciastro riesumato da confezioni scadute, acquistate dai pescatori del porto verde-rane e mai ingeriti. In realtà servivano per la pastura, ma i pesci, specie animale intelligente, la sputavano perchè si rendevano conto che un biscotto non è un biscotto solo perchè è dolce. E così la pastura in ammollo si sgretolava e si spappolava, il pescatore si adirò, lasciò scivolare la canna in acqua e tutti i pesci abboccanti morirono con l'amo in bocca. Dura legge di natura: accade che, se vuoi sfamarti tieni d'occhio il pescatore, altrimenti muori senza ragioni. Mentre per i più filosofici c'è la pizza, insomma purchè si mangi. Conta poco l'ordine e le semplici azioni del cuore. Quelle proprio non contano. Conta quasi nulla la crescente delusione, forse non è ancora bella matura. Conta zero, ma zero spaccato, ogni cosa buona. Perchè le cose buone fanno stare bene, stare bene fa vivere a lungo, vivere a lungo porta saggezza, saggezza storia, storia cultura, cultura passione, passione emozione, emozione commozione, commozione pietà. Pietà che è sentimento e rispetto. Ma abbiamo il sole, il mare, le feste di paese, i botti a capodanno e l'albero con le p-a-l-l-i-n-e. Rendiamoci conto.