Friday, June 15, 2007

63. tubicità

Qualche giorno fa mi sono trovata a riflettere, in maniera più sistematica, sul mio mondo, su quello che ho, su quello che mi manca e soprattutto su quello che vorrei costruire per avere un futuro meno dubbioso.
Questo pensiero fa insistentemente parte di me, in particolare da quando un giorno mio padre, mentre pranzavamo, mi chiese quale programma avessi in testa per la mia vita. In quel preciso istante, mi sentivo con le spalle al muro!
Dopo qualche ora decisi di passare l'aspirapolvere nella mia stanza, si sganciò il manico dal tubo. Allora, tanto per scherzare, infilai l'occhio nel buco del tubo e muovendolo mi sembrava di essermi infilata in un tunnel lunghissimo e strettissimo. Mi divertivo, sapevo che era un gioco e ridevo.
In questi giorni, continuo ad infilare gli occhi dappertutto, muovo gli spazi intorno a me, parlo con la gente e racconto le mie idee, ho rispetto dei più grandi, ma rido di meno e cerco di fidarmi delle mie sensazioni, dei miei scrupoli, faccio comunque e sempre di testa mia, so bene di non avere una buona capacità di ascolto, però so quello che voglio. So cosa non fa per me e i miei interessi li urlo a gran voce, purtroppo.
Mi spiace sentire che molti miei coetanei si lamentano dello Stato e mi spiace sentire i grandi lamentarsi dei loro figli, di questa generazione. Il salto è enorme, per loro che ci comprendono e per noi che continuiamo a crescere. Nessuno è capace di limitare il proprio impegno a se stesso. Tutti vorrebbero occuparsi degli altri. Dare consigli. Raccomandare. Intervenire. A volte mi chiedo come si possa vivere senza pensare agli altri; eppure allo stesso tempo mi chiedo come ci si possa complicare la vita, occupandosene.
Forse basterebbe pensare che, proprio in fondo al “tubo della vita”, c'è un grosso scatolone di pensieri chiamato Stato e se da un lato lo si può riempire fino a farlo scoppiare, dall'altro sono tutti stretti e compatti e se scoppiano.......!!