Monday, July 14, 2008

78. karma, ragazze!

Mi sta capitando troppe volte di sentire che se una ragazza viene violentata o uccisa forse, forse non è tutta colpa del carnefice. Accade che lei se ne vada in giro con la minigonna corta 15 cm e con le calze a rete, potrebbe destare equivoci. Accade anche che lei se ne stia buona in un angolo, che abbia però un particolare sguardo, un sorriso accattivante e il carnefice è li, ricambia lo sguardo, le sorride. Lei ci sta. Accade che lei passeggi con un'amica, poi si dividono perché alle volte sembra che non possa accadere nulla e invece, dopo due passi, si inizi ad aver paura. Accade di restare vicine, in due, in tre, in quattro e dopo due passi, ugualmente ci si spaventi. Le luci per strada sono tenui, oppure sono forti, ma non importa, il carnefice se vuole attacca. Ma qualcosa non quadra, a me non quadra. Non mi quadra che nell'idea comune della gente ci sia una giustificazione al male. La vittima poteva evitare la minigonna, di dividersi dalle amiche, di non ammiccare e di non rispondere ad un sorriso. Non mi quadra il perché. Io sono libera di nascondermi dentro vicoli stretti e bui e di volerci andare da sola; sono libera di vestire come voglio; di sorridere e di guardare; di sedurre addirittura; di attaccarmi ad un uomo perché voglio provare delle emozioni, delle belle emozioni. Sono libera come qualunque uomo sulla terra. Non ferisco nessuno, non uccido, non strangolo, non violento, non picchio, non spavento e da me nessun uomo ha necessità di fuggire e proteggersi. Nessun uomo, neanche uno, neanche il più debole e il più piccolo, neanche quello più stupido e inerme può temermi. Non vale però il contrario. Potrei essere sola, allora, non vittima e basta. Bene, preciso che la prima volta che ho baciato un ragazzo avevo 14 anni, ho scelto di nascondermi, per pudore, per salvaguardare la mia dignità, nonostante oggi mi sembri assurdo. Ero felice e non avrei mai evitato quel momento, per fortuna lui aveva la mia età. Non era pericoloso e d'altronde non lo avrei mai pensato. L'ultima volta che ho baciato un ragazzo è stato su un grosso marciapiede di Roma, erano le due del mattino, dopo aver attraversato la città a passo svelto, tenendoci per mano, con una dolcezza irripetibile e ammirando con gli occhi pieni di emozione le luci dei palazzoni, sempre per fortuna, sto parlando del mio fidanzato e neanche in quel caso avrei mai evitato il momento. Su di lui, non ho alcun dubbio. Mai posta, più che altro. Credo, con tutto il buonsenso possibile, che non esistano momenti a cui poter rinunciare, anche se sono tristi, anche se sono prevedibili di negatività e anche se sono spaventosi. Li ho vissuti e alle volte chiudo gli occhi per riviverli. Momenti cupi, ma importantissimi. Istanti da batticuore, ma profondi come relitti nel mare, li ritrovo sempre uguali, sempre enormi rispetto a me, ma solo miei e tanto basta. La fiducia è l'unica ragione che abbiamo per continuare a vivere. Non si può perdere la fiducia o il desiderio o la curiosità. Trovo, in tutta onestà, che vi sia molto di paradossale nell'accettazione di un atteggiamento discriminatorio e carnefice e nella critica verso un comportamento spontaneo e sincero. Insegnerò ai miei figli a non stare mai attenti, perchè nello stare attenti si perdono tante, tante cose. Non serve alcuna fede, la fede alza i muri e abbatte gli entusiasmi. Insegnerò loro a fidarsi di tutti, anche dei peggiori, il karma farà la sua parte.