Wednesday, December 09, 2009

88. berlicube















La cosa che mi è piaciuta di più, durante le passeggiate sotto i viali, era la fila di case cubiche, con le finestre tutte uguali, i portoni tutti uguali, i fiocchi di Natale, quando c'erano, tutti uguali. Il freddo faceva respirare e il rumore della barca finta, quella piccola, faceva ridere. Buffo soprattutto l'omone con gli occhiali a goccia, come quelli di Derrik quanto si fiondava nelle case degli assassini. La parete della stanza era tutta azzurra e appesa al centro c'era una finta rete di pesci e girasoli. Faceva caldo e si respirava lo stesso. Dalla finestra sottile si vedeva un interminabile groviglio di rami e foglie che sovrastavano il grande giardino. Un tubo d'acqua arrotolato sulla fontana che non funzionava sembrava un serpente lunghissimo, poi lo scherzo del topo e la maniglia che ruotava da sola. Il cielo grigio, il silenzio intorno e la magia del nord.

Avevo paura di non riuscire a riprendere fiato, tutto era strepitoso, perfino il soldato di ferro, gigantesco come un frigorifero americano. Avevo voglia di miele e guardando sul tavolo l'ho trovato, poi avrei voluto mordere un pezzo di girella all'uvetta ed era proprio dietro di me. Avevo manie coraggiose e avrei colto il momento su due piedi, ma le regole chiamavano. Dovevo tornare sui passi noiosi, sulla strettoia del passaggio quaotidiano, dovevo riprendere il mio affannoso lavoro, col cuore palpitante dal nervoso, dovevo interrompere il felice intervallo. Non avrei mai fatto un passo indietro, ma sentivo la fugacità, la spia del destino, che rivela le apparenze e muove il disarmo. Sarei rimasta lì, ferma, impigliata all'albero del giardino, quello dal groviglio ininterrotto, con il tubo dell'acqua attorcigliato addosso che mi avrebbe bloccata al suolo. Avrei urlato per vivere il mio freddo continuando a respirare. Poi, avrei chiuso gli occhi, perchè le cose si sentono, si può non guardare. E avrei vissuto con quelli delle case tutte uguali, con le porte tutte uguali e i fiocchi di Natale tutti uguali, io magari senza fiocco.