Tuesday, January 08, 2008

73. No Gov

Ho riflettuto sulla possibilità di evolversi senza fare e farsi del male. Se penso che c'è qualcuno che prende il mio posto su questa terra mi fa arrabbiare. Non esiste uomo su questa terra che decida veramente da solo. Mi sento compressa come una cialda di caffè. Vorrei dire la mia e farla, ma non posso. Ci sono regole e non posso. Se riuscissi a parlare con tutti, a creare un contatto per trasmettere agli altri il mio pensiero e se gli altri potessero creare con me lo stesso tipo di contatto non servirebbero leggi e non servirebbero troni per vivere bene. Basterebbe parlarsi per non sottostare ad una figura definita superiore solo perché questa ha potere governativo. Non posso credere che la nostra natura sia così buona ad organizzare e così debole ad auto-organizzarsi. Io non ho una vita da gestire, non ho una vita a caso, ho la mia. Non occorrerà qualcuno che la viva per me. Se solo si desse più importanza al rispetto per gli altri e all'intoccabilità del genere umano il mondo sarebbe perfetto. Se solo si tentasse di ragionare autonomamente, senza condizioni, senza imposizioni, senza giudizi, se solo si facesse un passo verso un'indipendenza pura, libera dalle proprie illusioni, semplicemente osservando e difendendo la generale dignità, non solo la propria, ma soprattutto quella di chi osserviamo, avremmo un mondo nostro. Nessuno ha il diritto di puntarci il dito contro e nessuno può stabilire regole. L'idea è di sapersi organizzare e aiutare gli altri ad auto-organizzarsi. Aiutare significa rendersi disponibili a chi chiede aiuto e non imporre il proprio metodo organizzativo a chiunque. Aiutare vuol dire essere presenti dove occorre e non dove occorre secondo noi. Essere disponibili non comporta una presenza totale, ma un modo discreto di relazionarsi a prescindere dal contesto e dalla ricchezza. Non è facile trovare il giusto mezzo, esserci. Resta più facile imporre la propria idea, gridare, gettare la spugna. Ma vivere non è uno spasso, è una grande fortuna e quando le cose accadono per fortuna vanno protette, difese. Nessuno può fare di noi quello che vuole e nessuno può disfarsi di noi. Abbiamo una capacità naturale di esprimerci con le parole e un naturale modo di assemblare e organizzare le idee, ma non riusciamo a staccarci dal modo innaturale di costruire artifici per distruggere gli altri e non riusciamo a superare l'atteggiamento istintivo che ci porta a sentirci superiori, inferiori o uguali. Non servono i paragoni per vivere la vita. Siamo, a gran dispiacere di molti e a mio immenso piacere, tutti esattamente uguali e l'unica cosa che può distinguerci e il nostro atteggiamento più o meno incline all'interazione sociale.

72. la mia città ideale


La mia città ideale dovrebbe essere una sola lunga strada principale senza traverse o parallele che blocchino il traffico. Solo una lunga strada e un senso unico con un solo alto edificio verticale dove vivono tutti con:

Un ascensore
Un portiere
Una cassetta delle lettere
Una lavatrice
Un bidone della spazzatura
Un albero di fronte
Un cinema all'angolo

La strada principale dovrebbe essere molto molto ampia e l'unica cosa che si potrebbe dire quando si incontra qualcuno è : "Ti ho visto nella strada principale oggi".
Si farebbe il pieno alla macchina e poi giù per la strada principale.

Da "La Filosofia di Andy Warhol" di Andy Warhol