Monday, July 27, 2009

85. Soffio


Trent'anni di serate sotto le stelle sul terrazzo di casa e a guardare Saturno. Trent'anni di biscotti mordicchiati all'angoletto di casa di zia, per non fare briciole. Pensavo che sarebbero stati anni lunghi, quelli della rincorsa a diventare grandi, quelli in cui ti sembra di fare e strafare, ma sei sempre punto e a capo, sempre ad imparare. E invece è arrivato tutto in un baleno, ho appoggiato appena le labbra sul soffione e tutto è volato via. Penso a quando ero triste, a quando piangevo e mi sembrava tutto irrimediabile. Penso ad un amore che non capivo, alla tenerezza di un bacio che prima mi sembrava banale e che oggi vale una vita. Penso a quante volte credevo di non avere nessuno che mi amasse veramente, mentre ogni cosa prendeva il verso giusto. In mezzo alle onde del mare e alla fatica delle camminate in montagna, pensavo di avere poco respiro, a scuola non respiravo affatto, cresceva l'ansia e la protagonista delle cose serie non aveva più cose serie da dire. Fuori il cuore folle, basta con le stelle. Amavo il freddo e la pioggia, amavo il silenzio, il buio. Nessuno capiva. Nessuno poteva capire. Ora sono forte, ho la vita dalla mia, ho imparato l'amore, a farlo, a donarlo. Ora è tutta un'altra storia. Mi piacciono le cose che fanno bene. Non mi piacciono le cose complicate, sento la leggerezza, penso che la felicità sia tutta dentro di me e da nessuna'altra parte. Mi manca qualcuno, ma sono sensoriale, non cerco la fisicità, non più, non potrei. La materialità e il corpo sono parti complesse e non fanno per me.