Friday, December 29, 2006

54. L'INVIATO - camperfest


Il 25 mattina mi sveglio in questo camper, solo, in mezzo al deserto e di fronte all'oceano. Giornata calda e nemmeno una nuvola in cielo. Ho preso così subito la tavola da surf, sono sceso in spiaggia e via a cercare l'onda! Mentre annaspavo nel mare mi dicevo:
"Cazzo che Natale!".

Ho provato a pescare, ma non avendo nessuna base non vi racconto quello che mi è capitato. Dico solo che mi è rimasto incagliato l'amo, due volte su due, negli scogli e l'unico pesce che ho preso era color arcobaleno e mi sono detto:
"Questo magari lo rimetto in acqua".

dalle onde.....Dorian

Wednesday, December 27, 2006

53. la soffitta

Anch'io, come molte persone su questa terra, ho avuto un sogno ricorrente che, in particolari momenti della mia vita, ha portato ad uno strano risveglio. Avevo sulla mia testa una soffitta triangolare, in tutti i sensi. Pareti congiunte in un unico vertice centrale e pavimento a tre angoli. Per arrivare lassù, ogni volta dovevo arrampicarmi su una scala di legno e passare attraverso l'unica botola d'accesso, anch'essa triangolare e molto, molto stretta.
Una volta entrata, il sogno continuava con il pensiero costante che prima o poi sarei cresciuta e non solo non sarei più riuscita ad entrare, ma avrei anche corso il rischio di non poter più uscire, il che risultava ancora più problematico.
Ieri notte il sogno ha preso una piega un tantino diversa, si è in qualche modo concluso, ho trovato un certo valore simbolico, ma ripensandoci, forse il gran finale deve ancora arrivare.
Salendo ed entrando, le spalle passavano a malapena, ma riuscii a fare quell'ultimo passetto. All'interno della soffitta una ragazza cinese stava ordinando delle scatole, io le chiesi come fare per uscire, come se nella mia testa si agitasse già un'angoscia da trappola. La ragazza mi rispose che ormai ero li e che avrei dovuto aspettare ancora dodici ore che qualcuno venisse a prendermi. L'ansia saliva e il panico cresceva. Di quelle dodici ore d'attesa non ricordo nulla. Nella realtà del sonno avranno avuto durata massima di 2 secondi. Dopo tanto aspettare, un personaggio in jeans e maglietta, quindi estremamente normale, mi ha presa e mi ha guidata verso una porta di metallo balzata fuori, veramente per caso. Il cosiddetto personaggio aveva in mano dei nastri verdi e neri e iniziava ad attorcigliarmeli intorno alle gambe. Sempre per caso spuntò un'altra figura, questa volta femminile che, con un pennarello iniziò a disegnarmi delle cose strane sulla pancia. Dopo questa serie di riti iniziatori, mi sussurrarono nell'orecchio che fuori dalla soffitta, non avrei mai avuto un buon futuro. Presi i rimasugli delle mie stranezze e corsi ad infilarmi nella fessura triangolare dalla quale ero entrata. Scesi le scale e mi ritrovai in mezzo ad un funicolo di cemento e tubi di metallo, insomma uno scenario non proprio invitante. Eppure sapevo che era la mia sola via d'uscita, l'unica, la più difficile, l'inaspettata eppure la mia.

Monday, December 11, 2006

52. Rabbri...vedere

Questo è stato proprio uno di quei classici anni da brivido. Nel vero senso della parola. Basti pensare che l'anno scorso, di questi tempi, ero in piena trepidazione per aver trovato un bellissimo lavoro e incontrato bellissime persone. Poi ci fu il post su "Natalino bel casino", le trovate berlusconiane e gli ingranaggi di una filastrocca in rima, l'invio e appena dopo la rimozione di ogni entusiasmo. Che bella invenzione, le giornate di neve, le palle colorate e i vetri delle macchine appannati, insomma il freddo. Ecco perchè il brivido! Eppure, da diversi anni sento spesso parlare di sistemi sbagliati, di paesi migliori del nostro e di gente positiva che si sforza di vedere le grandi stranezze come mere casualità o più semplicemente come normalità della vita. Dubito davvero che esista una vita normale, in fondo si può parlare di normalità solo rispetto a ciò che non lo è. Il vero problema però non è la normalità, è proprio la mancanza di coraggio che si riserva per raggiungerla. E poi si pensa sempre che essere normali voglia dire restare indifferenti o lasciare che le cose seguano il loro naturale corso. Forse basterebbe solo essere più buoni o come dice qualcuno meno cattivi. Certe volte, mi sveglio e prima di saltare giù dal letto, mi guardo intorno e mentre cerco di capire se quella cosa rossa sulla sedia è una maglietta o un pantalone, penso che sarebbe molto più semplice non saperlo affatto. Che differenza fa vederci o non vederci. Poi però metto gli occhiali e rivedo il mondo intorno, bello, definito, luminoso, peccato che gli occhiali, da soli non bastino a cambiarlo.