Wednesday, April 30, 2008

76. se - Kipling

Se riesci a non perdere la testa,
quando tutti intorno a te la perdono e ti mettono sotto accusa;
Se riesci ad aver fiducia in te stesso, quando tutti dubitano di te,
ma a tenere nel giusto conto il loro dubitare;
Se riesci ad aspettare, senza stancarti di aspettare,
pur non mostrandoti nè troppo buono nè parlando troppo da saggio;
Se riesci a sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni;
Se riesci a pensare, senza fare dei pensieri il tuo fine;
Se riesci, incontrando il Successo e la Sconfitta
a trattare questi due impostori allo stesso modo;
Se riesci a fare un sol fagotto delle tue vittorie,
e rischiarle in un sol colpo a testa e croce,
e perdere, e ricominciare daccapo
senza dire mai una parola su quello che hai perduto;
Se riesci a costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi
a sorreggerti, anche dopo molto tempo che non te li senti più,
ed a resistere quando ormai in te non c’è più niente,
tranne la tua volontà che ripete - resisti;
Se riesci a parlare con la canaglia senza perdere la tua onestà,
o a passeggiare con il re senza perdere il senso comune;
Tu hai la terra e tutto ciò che è in essa e quel che più conta
SARAI UN UOMO, figlio mio

Rudyard Kipling

Tuesday, April 08, 2008

75. Il viaggio 2


In questa aleatoria e mistica fase della mia vita mi chiedo spesso quale sia il paese più vivibile del mondo. Un po' perchè non ho voglia di trascorrere le mie giornate a pensare a tutto quello che non funziona in Italia e un po' perchè so che l'unico mezzo per farsi andare bene le cose è la reazione e non la rassegnazione. Mi pongo questa domanda e giro il mappamondo, alle volte si ferma sull'oceano e deduco che è il caso di farlo girare di nuovo, per fortuna ho un'altra chance. Giro ancora e poi tac. Guatemala. Più sconcertata di prima, tento di prendere il lato bello. Quanto vorrei che si bloccasse sull'Irlanda e invece niente da fare, neppure al secondo giro. Del Guatemala so poche cose, so di certo che è un paese molto colorato e semplice, quindi potrebbe piacermi, anche se mi sento più amante del caos. Non so. Mi sento molto attratta da New York, ho brividi d'esaltazione al solo pensiero, sono incuriosita dai tombini fumanti della notte e dai topi che attraversano la strada passando da un bidone all'altro. Mi affascina l'idea di un posto in costante movimento, in simbiosi perenne con le sensazioni, gli artisti, i romantici. Mi piace l'eclettismo. Il non essere sempre e comunque la stessa cosa, la stessa identità. Però non sono convinta che sia il luogo giusto per vivere, forse manca di purezza, manca di umiltà, manca di sorrisi e allora capisco che non è la terra per me. Ho poco meno di trent'anni, tra un po' sarò molto grande, sarà sempre più complicato prendere decisioni che cambiano la vita e sarà sempre più disarmante la lucidità con cui si affrontano le scelte. Mi sento già troppo inquadrata, troppo selettiva, meno schietta, più remissiva. Mi sento fuori posto, non mi sento più. Ho come l'impressione di aver perso il treno. Lo vedo, so che se accelerassi il passo potrei ancora raggiungerlo, ma più lo guardo e più mi sfugge. Mi chiedo dove vada, ma è già partito, ancora qualche domanda e finirò per perderlo del tutto.