Wednesday, May 17, 2006

40. Caotica mente


Quando avevo 4 anni, mio padre mi diceva:
“ chiudi gli occhi e fà uno scarabocchio sul foglio, manda la matita dove vuoi tu e, quando pensi di aver scarabocchiato abbastanza, fermati e apri gli occhi. Prendi una matita più scura e prova a tirare fuori da quel caos qualcosa di bello….”
Ancora oggi, quando i giorni diventano caotici, mi fermo e cerco di tirare fuori qualcosa di sensato.

Wednesday, May 10, 2006

39. preziose privazioni



Immagino che non si possa mostrare la foto di una installazione, ma la divulgazione è a fin di bene quindi mi capiranno, tra l'altro la mostra è assolutamente gratuita, quindi vale proprio la pena di vederla. Quella che vedete, scommetto non troppo chiaramente, è una delle tante possibilità abitative moderne. L'esigenza di comprimere gli spazi, perchè la popolazione cresce, e l'aumento del costo di questi stessi spazi, comincia ad originare pensieri strani, per qualcuno; molto interessanti, per me. Si tratta di un unico mobile, utilizzabile fronte-retro e contenente gli elementi essenziali e utili per la sopravvivenza umana, non solo a livello puramente etico, ma anche estetico. Qundi considero la cosa intelligente, sorprendente e ottimamente funzionale. Quando ero davanti all'opera d'arte, mi sono chiesta due cose : come avrei potuto riprodurre una cosa simile per me e, rispondendomi che avrebbe potuto riprodurla mio padre, la seconda domanda che mi balzò in mente fu come avrei potuto mostrargliela. Alla risposta ha fornito un buon contributo Enrico, immancabile compagno di mostre di arte contemporanea, questa è stata la nostra terza edizione e come consuetudine ha immortalato il momento e l'oggetto più bello. Credo che questo mondo avrà, in poco tempo, il doppio della gente che ha ora e credo anche che le persone continuino ostinate la ricerca dell'individualismo; la conquista di spazi che in realtà non vogliono appartenere a nessuno; la distruzione di territori che ci sorreggono e su cui, senza farci più troppo caso, continuiamo a camminare. Ma che lo si voglia o no, avremo bisogno di sfiorarci, di stringerci, di mischiare i nostri corpi, di fonderli. Avremo bisogno di realizzare cose insieme se vogliamo che queste restino nella storia e abbiamo bisogno di difendere lo spazio comune e non solo quello che ci appartiene, perchè niente è solo nostro. La catena del possesso è infinita, ma non comincia mai da quello che abbiamo noi. Comincia sempre da qualcosa che altri ci hanno dato e grazie a cui noi modifichiamo, estrapoliamo, otteniamo e diamo nuovamente agli altri. Ma credo soprattutto che se noi condividessimo ogni più piccolo spazio con gli altri, risparmieremmo il tempo di trasmetterlo e di spiegare quanto vale, perchè sarebbe chiaro a tutti. L'odio nasce con i confini, abbiamo sconfitto le malattie peggiori e giudichiamo ogni crimine. E i confini ci stanno ancora intorno, non riusciamo ad abbatterli. Siamo ancora così fragilmente piccoli e ossuti.

Thursday, May 04, 2006

38. Static

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Soldati

Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie

Giuseppe Ungaretti
(1888 - 1970)

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