Thursday, June 23, 2005

19. ...Gora?

Sempre a parlare di indiani e vulcani, cosa c'entrano poi gli indiani con i vulcani?!
Svegliarsi e pensare di cominciare la giornata facendo almeno un pensiero buono, facendo almeno un gesto buono, facendo almeno una buona chiacchierata.
Buona, certo chi lo dice che è buono, sarà buono per il figlio di Mat Coner, ma per Gora?
Non serve a niente allacciarsi le scarpe se le stringhe fanno schifo, e non serve a niente cambiare le stringhe se fanno schifo anche le scarpe, servirebbe piuttosto andarsene via a piedi nudi, come tutti, proprio come tutti, se non esistessero le scarpe. Ma le scarpe esistono, quelle maledettissime scarpe, che stringono e fanno male, esistono sul serio. Cammini per chilometri, il caldo ormai ha sciolto anche le strade su cui passi con le tue scomodissime scarpe, prendi un giornale perchè vuoi dargli un'occhiata in metropolitana, ma le dita si appiccicano ai fogli, l'inchiostro ti penetra nelle dita e ti ritrovi con la faccia nera perchè nel frattempo ti sei toccata per tirare indietro i capelli.
Il tuo viaggio continua, la metropolitana è terribilmente affollata, la gente ti guarda male e non sopporta di averti ad un palmo dal suo naso.
Il viaggio continua anche quando a chilometri da te sai che stanno scavando per trovare i diamanti e anche quando a pochissimi passi da te vedi i bambini che suonano per un centesimo.
Questo viaggio strano, nessuna cosa di questo mondo c'entra con l'umano che mi porto dentro, proprio come un indiano non c'entra nulla con un vulcano, eppure si parla e si vive perchè ogni cosa abbia un senso diverso e particolare per ogni persona.
Le scarpe e i diamanti sono estranei a questo mondo, ma sono addosso a noi e abbiamo trovato loro il senso particolare per ognuno di noi, ma restano estranei.

2 comments:

Anonymous said...

Volevi mettere gli indiani e i vulcani in contrapposizione , credo che nulla possa essere posizionato dalla nostra mente in nessun posto all'infuori di quello dove realmente si trovano , piuttosto constatare la quantità infinita di elementi , oggetti, situazioni ed elaborazioni , ridefinisce continuamente il concetto di appartenenza......non importa! La casualità di esserci deve essere sempre il punto da cui partire - sempre
Giucas

Anonymous said...

La mia formazione scientifica degli ultimi anni mi ha levato gran parte della sensibilità che serve far luce tra le righe di questa pagina così nebbiosa... Vedo però molte mie realtà attorno a quelle stringhe rotte che hai intrecciato sulle nostre scarpe slacciate... Spero un giorno di riuscire a trovare la forza per camminare scalzo per le lunghe, impietose e bollenti strade e non solo nella mia piccola, sicura e fresca casa.