Sunday, May 15, 2005

16. estremi

Milano.
Le cose che sento io nell’aria sono esattamente le stesse che sentono tutti da qualunque altra parte del mondo.
Il freddo è uguale, il sole, i cuori uguali.
In questo momento ho di fronte ai miei occhi diciannove alberi, verdi e rigogliosi dal tanto respirare primavera; la strada rossa e i lampioni spenti.
Domenica mattina ore 10 e 17.
Una signora con la borsa stretta sul fianco attraversa il parco e le polveri dei pioppi si attaccano sui suoi capelli, già bianchissimi.
Qualcuno dall’altra parte avrà gli occhi puntati sull’erba di un giardino botanico.
Io su una scrivania di legno, gialla.
Qualcuno dall’altra parte su una scrivania di legno, scura.
Io sotto un cielo grigiastro, ma col sole oltre.
Qualcuno dall’altra parte sotto lo stesso cielo, oltre, lo stesso sole.
Tutto il resto è un salto dall’ultimo piano di un palazzo.
Sotto, un telo gigante per non farti troppo male e a lato, una corda per arrampicarti e tornare su.

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